giovedì 28 aprile 2011

La Corte di giustizia europea ha bocciato il reato di immigrazione clandestina?

Almeno così sembra a leggere i titoli dei giornali di oggi:


A leggere il testo della sentenza, però, sembra riguardare il reati di permanenza (quello istituito dalla Bossi-Fini la cui pena è stata inasprita dal pacchetto sicurezza del 2009), non il reato di ingresso non autorizzato (introdotto dal pacchetto sicurezza del 2009 e che non prevede il carcere, essendo una contravvenzione e non un delitto). Qui di seguito una sintesi commentata della sentenza e un giudizio del giurista Fulvio Vassallo Paleologo

Insomma, la sentenza non tocca affatto il reato di ingresso o permanenza non autorizzata, ma neanche mette in discussione il carattere penale del reato di permanenza in violazione dell'ordine di espulsione. Si preoccupa, piuttosto, del fatto che la detenzione (penale) possa rendere più difficile l'espulsione (cosa che, fra l'altro, l'UE va dicendo da tempo). E ricorda che il provvedimento adeguato per questi casi è il "trattenimento in una struttura approsita", ovvero in un Cie.

E' lecito coltivare la marijuana in casa propria?

Alcuni studenti mi hanno posto questa domanda alla fine della lezione di oggi. Il tema è controverso. Tra il 2008 e il 2009 si sono susseguite quattro diverse sentenze della Corte di Cassazione che ha cercato di fare chiarezza sul testo unico del 1990. L'ultima sentenza è la 1222 del 14 gennaio 2009, da molti organi di stampa e televisivi interpretata - a torto - come una depenalizzazione o decriminalizzazione di questo comportamento. La sentenza, che conferma il carattere di reato della coltivazione, ma introduce un importante distinguo che ha conseguenze sulla sanzionabilità del comportamento è presentata e commentata qui insieme alle sentenze che l'hanno preceduta.

domenica 24 aprile 2011

Le politiche della droga in Europa e l'esperimento portoghese (2001-2011)

La lezione di giovedì sarà dedicata alle politiche della droga in Europa e ai loro effetti sui consumi, sui consumi problematici e sulla criminalità. Ampio spazio sarà dedicato alla discussione del caso portoghese, per certi versi unico nel quadro europeo.

Fonte: http://www.dosenation.com/listing.php?smlid=5978

Nel 2001 il Portogallo approva una legge che non ha eguali in alcun paese europeo o occidentale. Fino a quel momento uso, possesso e acquisto erano puniti con il carcere fino a tre mesi e con una multa. Dal Luglio del 2001, la Legge 30/2000 decriminalizza uso, possesso e acquisto, sia da parte di consumatori casuali, sia da parte di consumatori dipendenti. La decriminalizzazione si applica nel caso in cui l'ammontare delle sostanze viene valutato inferiore a quello che serve per deci giorni. Non si tratta di una legalizzazione. I divieti reastano, ma la loro violazione non ha rilevanza penale, bensì esclousivamente amministrativa. Altri paesi, tra cui l'Olanda, avevano mantenuto il carattere penale del reato, ma di fatto avevano rinunciato a sanzionare le violazioni, avevano cioé "depenalizzato". Nel caso portoghese, invece, la punizione non ha carattere penale, consiste nella confisca delle sostanze e nel rinvio (non nel processo) a una commissione formata da un medico, uno psicologo e un educatore, che possono applicare sanzioni monetarie o non monetarie, in genere quelli che noi chiameremmo "lavori socialmente utili".

Il Portogallo ha tratto vantaggi da questa riforma? I consumi sono diminuiti? Il numero di consumatori problematici si è ridotto, e soprattutto, si è ridotto il consumo problematico di eroina, quello che ha spinto il legislatore verso la decriminalizzazione? Il traffico di droga è diminuito? I reati legati alla droga sono diminuiti? Le risposte sono controverse e esiste una decisa discussione su questo tema. Dal 2009 circa sono iniziati studi che si sono sforzati di valutare l'impatto di queste norme. Uno dei primi è stato condotto dal Cato Institute, un Think-Tank con sede a Washington, D.C. negli Usa, di orientamento libertario e antiproibizionista, secondo il quale gli effetti sarebbero stati positivi. Ne dà conto un articolo su "Scientific American", che fa riferimento al rapporto completo molto ampio e dettagliato.

Nuovi dati e nuove analisi hanno permesso ad altri studiosi di approfondire l'argomento. Nel 2007 la Beckley Foundation Drug Policy Programme realizza un nuovo studio e nel 2010 un articolo sul British Journal of Criminology passa in rassegna tutte le conoscenze acquisite su questo interessante "esperimento naturale". Dati più recenti, poi, sembrerebbero però mostrare che l'iniziale vantaggio nel campo dei decessi improvvisi correlati all'eroina sia stato ampiamente assorbito e che questo indicatore sia di nuovo in crescita rapida in Portogallo, e che questa crescita avviene in un periodo di riduzione, o di stabilità, di questo indicatore nei paesi con i quali il Portogallo viene solitamente comparato: Italia e Spagna (i dati verranno mostrati a lezione).

Quali conseguenze possiamo trarre dall'analisi del caso portoghese?

martedì 19 aprile 2011

L'Italia della scienza negata: un dossier sull'inserto domenicale del Sole 24 ore

L'inserto culturale settimanale  "Domenica" del Sole 24 Ore ha pubblicato tre articoli sulla debolezza del pensiero scientifico, e più in generale della mentalità scientifica, in Italia. Si tratta di articoli di grande interesse, anche se esulano dai temi del nostro corso, e ne consiglio caldamente la lettura.

A. Massarenti - 1911-2011: l'Italia della scienza negata (Domenica, Il sole 24 ore)
G. Corbellini, Così ci uccisero il futuro
G. Corbellini, Italiani: analfabeti della modernità

Armando Massarenti è un filosofo e un epistemologo e Gilberto Corbellini uno storico della medicina. Il riferimento è all'indagine EB di ormai dieci anni fa
Eurobarometer, 55.2 "Europeans, Science and Technology", December 2001

dal quale ricavo questa tabella che sintetizza i risultati, strabilianti e altamente deprimenti, dell'indagine.